Ricordo una bimba spavalda per strada:
tra voci e motori lei ovunque correva,
come farfalla lucente e leggiadra,
una donna non grande di già temeraria.
Correva e giocava col sole e la pioggia,
come sapesse che il tempo non torna;
piccina in quel giorno ma fatta di forgia,
lasciava in ognuno il segno dell’orma.
Il passo di donna le stava un po’ stretto,
e spesso sfidava se stessa con gli altri;
sentendo il fragore del cuore nel petto,
già coi suoi occhi colpiva i giganti.
Nel tempo vissuto ben poco è cambiato:
un destino di lotta era già disegnato,
come un vestito per un solo fiato,
come un legame dannato o incantato.
Senza risposte che abbiano un senso,
lei vive l’istante muovendo nel giusto.
E’ tanto l’amaro di un triste momento,
ma niente ha più senso di quanto vissuto. (a.g.)